Franco Lorenzoni, Internazionale
2 luglio 2015
Nelle nostre società “deve essere possibile una realtà aperta a più comunità, non esclusiva, nella quale si riconosceranno soprattutto i figli di immigrati, i figli di famiglie miste, le persone di formazione più pluralista e cosmopolita”. (…) “La convivenza plurietnica, pluriculturale, plurireligiosa, plurilingue, plurinazionale appartiene e sempre più apparterrà, alla normalità, non all’eccezione”.
Roberto Ciccarelli, Il Manifesto
31 gennaio 2018
Smontare le fake news che alimentano la propaganda contro i migranti e per il rafforzamento delle politiche securitarie. Per di più in campagna elettorale dove le destre razziste e liberiste sono lanciatissime. Succede nel trentesimo rapporto Euripses, pubblicato ieri da cui risulta che più della metà del campione interpellato "sovrastima" la presenza di immigrati nel nostro Paese.
Melting Pot Europa
3 gennaio 2018
Dai dati rilevati dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, fino al 29 dicembre 2017 sono sbarcati sulle coste italiane 119.310 migranti nel tentativo e nella speranza di vivere una vita migliore. Il 33,86% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Circa 60.000 persone in meno i cui destini vengono costantemente e coscientemente ignorati dal nostro governo e dal Ministro dell'Interno, il quale si limita a commentare la situazione con un inverosimile "La luce in fondo al tunnel".
Giulia Zaccariello, Il Fatto Quotidiano
17 dicembre 2017
La vedi dalla spiaggia, dal porto, dal balcone dell'albergo, dal tavolo del ristorante pieno di turisti: la Turchia è così vicina che sembra quasi di poterla toccare allungando la mano. Ed è da lì che ogni giorno partono gommoni e barche piene di migranti. Arrivano principalmente dalla Siria, dall'Afghanistan e dall'Iraq. Credono di varcare le porte dell'Europa, si ritrovano intrappolati in un limbo che può durare mesi, a volte anni.
Carlo Lania, Il Manifesto
17 dicembre 2017
Chiedono di poter uscire dal cono d’ombra dove li hanno relegati il regolamento di Dublino e la volontà di rimandare a casa i migranti economici. Un cono d’ombra che li rende invisibili per tutti, non-persone per le quali non sono previsti diritti e quindi facili vittime di chi approfitta di loro sfruttandoli nei campi o nei cantieri.