Per liberarsi di Berlusconi, per tornare al governo. Da che si dovrebbe dedurre che il soggetto fondamentale del cambiamento sia il PD, ma tutti, ma proprio tutti e tutte sappiamo che non è cosi'. Il cambiamento l'ha prodotto la partecipazione e la sofferenza per le nostre condizione di vita e per il gorgo in cui è precipitato il paese a cui i giovani, uomini e donne della scuola, dell'università, della cultura, dei cassintegrati della Fiom, dei precari, dei pastori sardi, dei terremotati abruzzesi, tutti rigorosamente uomini e donne, si sono opposti.
Fino a che le donne hanno unificato tutti e tutte nella manifestazione, nelle manifestazioni, del 13 febbraio per dire basta e suonare la riscossa, proseguita nelle elezioni amministrative e nella straordinaria partecipazione ai referendum dove le donne nei comitati, sopratutto dell'acqua, sono tornate centrali. E il Pd che pure contribuisce a questo percorso a Roma lo disconosce, se ne attribuisce con due manifesti il merito unico e riduce donne e uomini, sopratutto giovani, da soggetto a oggetto del cambiamento. Li decapita e ne fa un oggetto attraverso uno stereoptipo che per le donne non è altro che la solita immagine ammicante e sessista.
Un'idea di politica diversa e di buona politica -come tanta parte degli e delle italiane ha chiesto- non riescono ad esprimerla forse perchè non riescono a immaginarla. Per questo continuano con un uso stupido del corpo femminile e che Berlusconi e il berlusconismo hanno portato al limite estremo,come dimostra per esempio il filmato della Zanardo,che evidentemente il PD di Roma non ha mai visto. E continua a guardare in modo strabico il paese, per vederlo e capirlo questo paese bisogna viverci e vederlo nella sua realtà e non interpretarlo sempre e comunque attraverso l'italietta dei soliti noti e con l'idea che la politica si vende come qualunque merce. Questa è davvero la subalternità al berlusconismo che a sua volta interpreta la pancia profonda di molti, per fortuna non tutti, uomini italiani.
Se nel PD questi uomini esistono così come esistono donne intelligenti e capaci di capire cosa sta succedendo e che la comunicazione politica non è vendere creme depilatorie o cravate non smosse dal vento dentro rigidi doppiopetto è il momento, (se non ora quando?) di battere un colpo e di dire che attraverso le donne quel manifesto offende tutte e tutti coloro che si sono spesi, e hanno intenzione di continuare a spendersi, per il cambiamento della politica in Italia. Perchè sono loro ad aver sollevato quel vento che certo a tutto serve meno che a sollevare gonne o strizzare cravatte.