di Miriam Della CroceForse devo ricredermi sull'efficacia delle lettere ai giornali. Questa volta forse a qualcosa sono servite. Se non altro sono servite a far parlare del problema. Sin dal giorno dopo la puntata di "Chi l'ha visto", durante la quale la vicenda di Avetrana ebbe uno sviluppo inaspettato, cominciarono ad arrivare valanghe di proteste ai giornali da parte dei lettori. E già il 9 ottobre il direttore di Avvenire ne pubblicava una serie, intitolando: "Lo strazio di Sara, indignazione e pena", e commentando: "Le vostre lettere, cari amici, sono ovviamente solo alcune di quelle piovute in redazione...Un fiume in piena gonfio di lacrime e di indignazione, di sgomento e di ribellione...Si dia spazio alla buona tv e al buon giornalismo...Ma soprattutto, prima ancora dello stile e dei contenuti, si ritrovi il senso della pietà umana". Se non altro, la valanga di proteste delle persone che hanno il senso della pietà umana, sono servite mettere in imbarazzo qualche giornalista e qualche conduttore televisivo.