Huffington Post
20 12 2013
La balconata dell'Apollo Theatre nel cuore di Londra è crollata e diverse persone sono rimaste intrappolate sotto i detriti. Secondo i vigili del fuoco si contano tra i 20 e i 40 feriti, ma tutte le persone intrappolate sotto i detriti sono state estratte e sono in salvo.
La polizia riferisce che nel teatro sulla Shaftesbury Avenue (a poche centinaia di metri da Piccadilly Circus) una parte del soffitto (o della balconata) è crollata mentre era in corso una rappresentazione. "Siamo a conoscenza di un certo numero di vittima ma non sappiamo al momento quante siano", ha dichiarato un portavoce di Scotland Yard.
Le operazioni di soccorso sono in corso. Sul posto sono arrivati 8 mezzi dei vigili del fuoco che si stanno facendo strada tra i detriti della balconata al di sotto dei quali alcuni spettatori sono rimasti intrappolati. Nel teatro era in corso la rappresentazione de "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" tratto dal romanzo di Mark Haddon del 2003.
La polizia è stata chiamata nel teatro intorno alle 20.15 ora locale (le 21.15 in Italia). Secondo le prime segnalazioni, sarebbe crollata una parte del soffitto. Il teatro Apollo si trova in Shaftsbury Avenue, nel quartiere centrale di SoHo. Una testimone ha raccontato all'emittente di aver sentito un rumore di qualcosa che si spezzava prima del crollo.
"L'intera cupola del tetto è venuta giù sul pubblico proprio davanti a noi", ha raccontato alla Bbc una spettatrice, Amy Lecoz. "Noi eravamo protetti dalla galleria sopra di noi e siamo corsi via. La gente ha cominciato a urlare. Pensavamo che fosse acqua... Pensavamo che fosse una parte dello spettacolo. Ho afferrato i miei bambini e siamo corsi via".
Per il momento non è chiaro se sia crollato il tetto, il soffitto o il balcone. Testimoni hanno riferito ai media britannici che il teatro era pieno di spettatori arrivati per vedere lo spettacolo, basato su un romanzo di Mark Haddon. "In un istante, tutto il tetto è collassato", ha raccontato un uomo alla Bbc.
Il teatro Apollo fu costruito nel 1901 e ha 775 posti. Sul suo sito si legge che il balcone è uno dei più ripidi di Londra, quindi "chi ha problemi con le altezze dovrebbe evitarlo". Intorno alle 19 ora locale Londra era stata colpita da un forte temporale, ma per il momento non è chiaro se il crollo fosse collegato alla perturbazione.
Huffington Post
19 12 2013
Aveva pubblicato una foto in cui baciava un ragazzo a Toronto durante la manifestazione di protesta contro la scelta della Corte suprema indiana di ripristinare il reato di omosessualità. Ma è stato censurato da Facebook.
Kanwar Saini, produttore musicale trentaduenne di Montreal - aveva pubblicato il post sulla sua pagina 'Sikh Knowledge' scrivendo nella didascalia: "L'altra sera mio zio mi ha detto che se avessero saputo della mia omosessualità prima dei 20 anni mi avrebbero ucciso. Mi ha anche detto che sono gay perchè sono stato molestato da piccolo e che sono sulla cattiva strada". Di tutta risposta Saini dice di aver riso: "Mio zio proviene da un luogo in cui le minoranze vengono criminalizzate. Sono orgoglioso di essere illegale", ha continuato a scrivere nella didascalia.
La foto, con quasi 1500 likes e più di 100 condivisioni, ha scatenato un acceso dibattito sull'omosessualità, che non è piaciuto molto al team di Facebook. Poche ore dopo la pubblicazione, un messaggio avvisa Saini che la foto sarebbe stata rimossa perchè "contraria alle norme e alle condizioni" del social e che l'account sarebbe stato sospeso per 12 ore.
Ma Saini ha reagito usando la sua bacheca per rivolgersi direttamente al social: "Vi rendete conto di quanto il mio post fosse importante? Gli omofobi sanno essere odiosi e violenti. Perchè non rimuovete i loro post?". Contro la "censura" di Facebook si è mosso allora il popolo della rete che ha infuocato il dibattito e condiviso la foto su Twitter, Tumblr e Instagram.
La storia è raccontata anche dal sito Buzzfeed, che ha ricevuto le scuse di Matt Steinfeld, responsabile della comunicazione per il social network: "La foto è stata rimossa per errore e sarà ripristinata. Ci scusiamo per l'inconveniente".
"Sihk Knowlge 1 - Facebook 0", ha commentato Kanwar Saini.
Huffington Post
12 12 13
L'ultima notizia giunta dalla Russia sul destino delle ragazze “ribelli”, che hanno inscenato una protesta a suon di punk nella Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca nel 2012, riguardava il trasferimento di una di loro - Nadezhda Tolokonnikova, conosciuta come Nadia – in un campo di lavoro in Siberia, a quasi 5000 km dalla Capitale.
Oggi si apprende che Vladimir Putin ha presentato alla Duma il testo di un provvedimento di amnistia che coinvolgerebbe circa 25mila detenuti, tra cui le Pussy Riot e gli attivisti di Greenpeace. Nel testo, infatti, è previsto uno sconto di pena fino a 5 anni per reati non violenti e per chi non sia già stato condannato in precedenza.
Le tre ragazze incarcerate dopo la protesta anti-Putin del 2012 sono state condannate a due anni di reclusione, ma la vicenda ha destato un certo scandalo nell’opinione pubblica internazionale e forse questa mossa è un modo per mettere a tacere le accuse di violazione dei diritti umani che piovono ormai da anni sulla Russia di Putin.
La storia di queste giovani mamme-attiviste (molte di loro hanno dei figli piccoli) viene raccontata in un bel documentario, coraggioso e audace, intitolato Pussy Riot – A Punk Prayer, di Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin, in uscita oggi nelle sale italiane e distribuito da I Wonder Pictures.
Il punto di vista dei registi – che nell'estetica del documentario hanno mantenuto l'attitudine Do It Yourself propria del collettivo - si sofferma sulla portata mediatica internazionale di un piccolo atto di protesta inscenato per criticare la “discutibile” rielezione di Putin, che nel 2012 è diventato per la terza volta Presidente della Federazione Russa.
L'arresto delle ragazze con l'accusa di “teppismo motivato dall'odio religioso” è diventato un caso internazionale che ha innescato una disputa in merito alla democrazia e alla difesa dei diritti umani in Russia.
Una delle ragazze, Nadia per l'appunto, ha intrapreso nei mesi scorsi un lungo sciopero della fame per denunciare i presunti maltrattamenti subiti in carcere ed è stata ricoverata in condizioni critiche per alcune settimane.
L'opinione russa si divide e molti conservatori hanno letto nel gesto delle ragazze un comportamento blasfemo, in generale comunque sembra che dell'accaduto importi di più alla comunità internazionale che non ai russi stessi.
Questo film aiuta a tenere alta la soglia di attenzione e a capire come sia difficile, in un paese come quello governato da Vladimir Putin, provare a elevare una voce di dissenso.
Barbara Tomasino
Huffington Post
02 12 2013
Mandela. Un nome. Un uomo. Una missione: salvare una nazione da se stessa.
Pochi uomini nella storia dell'umanità hanno avuto un maggiore impatto su una nazione e sono stati una tale fonte d'ispirazione per il mondo intero.
Mandela.
Ha guidato il suo paese dalla crudeltà dell'apartheid alla gloria di una democrazia multietnica.
C'è mai stato un individuo che ha dato di più a una nazione e a una causa? Solo chi ha sacrificato la propria vita.
Il signor Mandela avrebbe potuto facilmente trascorrere all'estero quei ventisei anni di prigionia, avrebbe potuto protestare contro il male da lontano, al sicuro dalle ripercussioni. Invece no. Se il suo popolo soffriva, lui avrebbe sofferto insieme alla sua gente.
Io ne so qualcosa della protesta. Conosco bene le emozioni e le domande che si agitano nell'animo di chi si ribella a un sistema, pronto ad affrontare qualunque cosa per una causa. Il prezzo del sacrificio personale è alto, ma i grandi uomini perseverano per un bene che li trascende. Il Sudafrica moderno è stato costruito sul sacrificio di Mandela. Tutt'oggi sono ancora sbalordito dal fatto che un uomo possa aver perduto due decenni e mezzo della propria vita e, una volta uscito di prigione, abbia saputo perdonare i suoi carcerieri.
La parola che lo descrive al meglio è un termine in lingua zulu, ndugu: la mia umanità è attraverso di te. Il signor Mandela, nonostante il male che gli era stato inflitto, è stato capace di vedere l'umanità di coloro che l'avevano punito. È stato capace di guardare dentro le loro anime e scorgervi qualcosa che valeva la pena redimere. È una lezione che tutto il mondo dovrebbe imparare: c'è umanità anche nel peggiore di noi. Se solo i leader delle nazioni adottassero questo metodo, regnerebbe la pace in tutto il mondo. Lui ci ha dimostrato che esiste sempre un modo per riconciliare le differenze.
Mentre il signor Mandela camminava verso la libertà, ho pensato a lui in quella cella, coraggioso, fiero e indomito, tenuto in piedi solo dalla forza delle sue convinzioni per tutti quegli anni. La sua incrollabile risolutezza è stata un faro per tutta la nazione, e in quel gran giorno i sudafricani hanno seguito quella luce poderosa e ispiratrice per uscire dall'oppressione.
Poi, sono rimasto stupefatto quando ho scoperto che il signor Mandela ascoltava sempre le cronache dei miei incontri quando era prigioniero a Robben Island. Quella rivelazione così umana mi ha commosso fino alle lacrime. Eccolo lì, un re in esilio, che trova un po' di conforto ascoltando le mie imprese sul ring. Se avessi saputo che stava ascoltando Ali-Frazier I, probabilmente avrei battuto Joe quella sera. Ero sempre il migliore quando combattevo per qualcosa.
Il signor Mandela è considerato il capo della sua tribù; il suo cognome è Mandiba. Ma rappresenta una tribù molto più vasta. È il capo della tribù del coraggio e del senso di giustizia per tutta l'umanità. In questo secolo non esiste un leader mondiale più significativo, più importante e dal valore più profondo.
Tra un centinaio d'anni risuonerà il suo nome, e da qualche parte un bambino sarà pervaso dal suo spirito, e userà quell'ispirazione per compiere qualcosa di grande. È questa la sua eredità, un sentiero di luce per le generazioni future. Può esserci forse un'eredità più grande di questa?
Per valide ragioni, il signor Mandela è chiamato anche Tata, padre. È certamente il padre della sua nazione. Ma avendo speso la sua vita al servizio degli altri, come combattente per la libertà, come incarnazione suprema del sacrificio di sé, è anche il padre di tutte le nazioni: è Tata del mondo intero.
Rendo omaggio a quest'uomo che è il più grande degli uomini, e mi sento onorato e fortunato per aver vissuto nell'epoca di Mandela.
Muhammad Ali
Huffingtonpost
25 11 2013
Un blitz nella basilica di San Lorenzo al Verano, in solidarietà con le Pussy Riot proprio nel giorno della visita del presidente Vladimir Putin a Roma. Così il collettivo femminista ‘Cagne sciolte’, del mondo della sinistra extraparlamentare della capitale, ha deciso di ‘celebrare’ il 25 novembre, giornata indetta dall’Onu contro la violenza sulle donne. “Free Pussy riot Roma”, recita lo striscione che le attiviste - rigorosamente a volto coperto con balaclava - hanno srotolato in mattinata davanti all’altare della chiesa sanlorenzina per contestare la scelta delle autorità russe di perseguire penalmente Nadezhda Tolokonnikova (ora ai lavori forzati in Siberia) e le altre componenti del gruppo punk per un’esibizione non autorizzata contro Putin nella cattedrale russa di Cristo Salvatore a marzo del 2012.