Huffington Post
22 11 2013
Nei mesi successivi alla data del 22 Novembre 1963, molte persone di ogni parte del mondo hanno detto a mio padre, Bobby Kennedy, che con la morte del Presidente moriva anche la loro speranza. Lui rimase toccato dalle loro parole e dalle continue riverenze rivolte al fratello, ma non volle condividere quei sentimenti. Pensò che, per me, i miei fratelli e i miei cugini, il modo migliore per onorare la morte di Jack fosse quello di trarre insegnamento dalla sua vita, ed applicare quei valori alle sfide che, come nazione e come popolo, ci troviamo a fronteggiare.
Nel corso della sua breve Presidenza, ha governato fedele alla sfida lanciata nel suo discorso inaugurale: "Lasciatemi dire qui e ora, che la fiaccola è stata consegnata a una nuova generazione di americani....che non vuole permettere la lenta distruzione di quei diritti umani verso i quali questa nazione è da sempre impegnata e verso i quali oggi siamo impegnati in patria e nel mondo."
Durante i suoi mille giorni di presidenza, John Kennedy ha tracciato il cammino verso l'approvazione di due documenti cardine per il movimento per i diritti civili: il Civil Rights Act del 1964 e il Voting Rights Act del 1965. Ha creato i Peace Corps che hanno inviato 210.000 Americani a servire i bisognosi in 139 nazioni del mondo. Ha siglato il Trattato sul divieto di test nucleari. Ha impedito che il mondo precipitasse nel baratro risolvendo la crisi dei Missili di Cuba. Ci ha sfidato ad inviare un uomo sulla Luna. Ci ha fatto credere che potevamo fare tutto questo e molto altro.
Ma il Presidente Kennedy, come Robert Kennedy, era amato nel mondo non perché le sue politiche fossero radicalmente diverse (benché lo fossero) e non perché affrontasse in modo insolito i problemi del mondo (sebbene lo facesse). Ha catturato l'immaginario collettivo appellandosi alla nostra fede nella speranza, nella possibilità, nella capacità dell'individuo di fare la differenza e di superare persino le più ardue difficoltà che il mondo si trova ad affrontare.
Ha fatto sì che la nostra politica interna ed estera riflettesse i valori più importanti del nostro Paese. Non si è rivolto alla nostra parte peggiore, quella razzista, impaurita ed arrabbiata, ma ha tirato fuori quella più nobile, la parte migliore di ognuno di noi.
Mi è stato chiesto ripetutamente come ricorderò questo anniversario. Quando ricorrono quelli di mio zio Jack, di mio padre o di qualsiasi altra persona amata che ci ha lasciato, io sento di dover onorare la loro vita e non la morte. Così celebro i loro compleanni ogni anno e li ricordo ogni singolo giorno, cercando di far emergere la nostra parte migliore come loro avrebbero voluto. Per me, onorare Jack nel più semplice dei modi, non vuol dire chiedersi cosa il nostro Paese possa fare per noi, ma cosa noi possiamo fare per il nostro Paese, per le nostre famiglie, scuole, università, comunità e per il mondo intero. C'è della saggezza in questa domanda e gioia nel servire.
E a coloro i quali celebreranno il Cinquantesimo anniversario il prossimo 22 Novembre, offro questa citazione di Eschilo, uno degli autori in cui mio padre trovò conforto durante i mesi di lutto dopo la morte di Zio Jack: "Persino nel sonno, il dolore che non si può dimenticare, cade goccia a goccia sul cuore, finché, nella disperazione, contro il nostro volere, arriva la saggezza attraverso l'infinita grazia di Dio".
Inoltre, voglio dire a coloro i quali amavano il Presidente Kennedy, e ne sentono la mancanza, di celebrare anche un'altra ricorrenza: il 29 maggio, il giorno del suo compleanno.
Kerry Kennedy
Huffington Post
21 11 2013
Il 20 novembre si è tenuta al Senato della Repubblica una conferenza stampa sulla situazione dei diritti umani in Russia. Come ricorda un appello di Amnesty International, negli ultimi due anni, le autorità russe hanno promulgato una serie di leggi che limitano la libertà di espressione, associazione e riunione. Queste leggi ostacolano il legittimo ruolo della società civile in Russia e soffocano l'iniziativa, la creatività e lo sviluppo delle associazioni. Le disposizioni legislative in questione includono:
- un'ulteriore criminalizzazione della diffamazione punibile con multe ancora più pesanti, che inibiscono le critiche dei media e delle Organizzazioni non governative sui funzionari e sui rappresentanti politici;- nuove e restrittive regole per le manifestazioni pubbliche con la comminazione di ammende molto elevate in caso di violazione, che creano un disastroso effetto sul diritto di riunione pacifica;
- una nuova e generica definizione legale di "tradimento" che potrebbe potenzialmente criminalizzare l'attivismo per i diritti umani;
- nuovi regolamenti per le associazioni non-profit e per le organizzazioni non governative. Quelle che ricevono finanziamenti da fonti estere e sono coinvolte in "attività politiche" (descrizione estremamente vaga che include attività di pressione e di influenza dell'opinione pubblica) sono obbligate a registrarsi e definirsi pubblicamente "agenti stranieri", termine che in Russia è connotato in modo fortemente negativo. Nel caso ciò non avvenga l'organizzazione può essere chiusa e il suo leader perseguito con il rischio di essere anche imprigionato. Inoltre la legge impone nuovi gravosi obblighi alle Organizzazioni non governative;
- una legge che impone nuove pesanti multe per "la propaganda di relazione sessuali non tradizionali fra i minori" colpendo la comunità Lgbti le cui attività pubbliche organizzate dagli attivisti saranno definite fuori legge limitando così le attività delle organizzazioni, che saranno ulteriormente stigmatizzate e discriminate;
- una legge che criminalizza "le offese ai sentimenti religiosi dei credenti", un altro tentativo di imporre alle persone cosa dire o non dire.
Oltre a queste leggi, che sono in contrasto con gli obblighi internazionali sottoscritti dalla Russia e con la sua stessa Costituzione e pertanto devono essere abrogate, gli attivisti russi hanno lanciato l'allarme su una proposta di modifica del codice russo che vieterebbe alle famiglie non tradizionali di crescere dei bambini. Se la proposta venisse approvata (per ora è stata ritirata dalla Duma, ma è verosimile che venga ripresentata subito dopo le Olimpiadi e approvata) vorrebbe dire che i bambini delle famiglie arcobaleno potrebbero essere sottratti ai rispettivi genitori Lgbti. Questo vorrebbe dire che ci sarebbe una grande ondata di famiglie che scapperebbero e chiederebbero asilo politico.
Non ci sono dati precisi, ma la richiesta di assistenza legale per chiedere asilo politico da parte di vari gruppi vede le persone Lgbti come il secondo gruppo più numeroso che fa richiesta di assistenza. Inoltre, secondo una ricerca dell'associazione LGBTI di San Pietroburgo Coming Out su oltre 350 famiglie, il 58% delle famiglie arcobaleno russe stanno già cercando attivamente informazioni su dove e come migrare. Se si considera che la Germania recentemente ha garantito a un giovane medico russo asilo politico a causa del suo orientamento sessuale e dopo aver sofferto persecuzioni ed esclusione sociale in Russia, la situazione dovrebbe essere presa molto seriamente in considerazione anche dall'Italia.
Non dimentichiamo inoltre che il 7 novembre scorso la Corte di Giustizia Europea a riconosciuto che le persone LGBTI fanno parte di un gruppo potenzialmente soggetto a persecuzione e devono ottenere asilo politico, se provenienti da paesi dove l'omosessualità è criminalizzata, perché l'orientamento sessuale è una caratteristica fondamentale dell'identità di una persona alla quale non si può rinunciare.
La situazione in Russia è particolarmente drammatica: il combinato disposto della legge sugli agenti stranieri e di quella sulla "propaganda di rapporti sessuali non tradizionali" tra i minori hanno dato un implicito via libera alle aggressioni omofobe che infatti sono aumentate esponenzialmente, con tanto di associazioni dedicate alla caccia alle persone LGBTI, per nulla contrastate dalla polizia. Solo pochi giorni fa, come ha riportato anche il blog italiano Il Grande Colibrì,
"due uomini mascherati hanno fatto irruzione nella sede di LaSky, un'organizzazione pubblica dedicata ai sieropositivi all'HIV, esplodendo colpi di arma da fuoco. Un attivista è stato gravemente ferito ad un occhio, da cui, secondo i medici, potrebbe perdere la vista. Nelle stesse stanze ha sede anche l'organizzazione LGBT Caress: è molto probabile che nella testa degli assaltatori si sia formata l'equazione HIV-positivo uguale gay".
La polizia ha classificato il caso come un semplice atto di teppismo, mentre secondo l'attivista Polina Adrianova è il segno di "un inizio di pogrom per le persone LGBT. Sono convinta che questo è il primo di una serie di attacchi, con l'obiettivo di far tacere la comunità omo e transessuale e fermare completamente l'attivismo LGBT". Nel mese del 75esimo anniversario della Notte dei Cristalli, ricordiamoci che i primi pogrom contro gli ebrei sono iniziati proprio nella Russia di fine Ottocento. Sentire rievocare quella parola da una cittadina russa fa veramente impressione. L'attivista Anastasia Smirnova, invece, denuncia che associazioni anti-gay stanno iniziando a postare immagini e informazioni personali di attivisti LGBTI sui loro siti e i social network rendendoli facili bersagli di nuove aggressioni. "Non ho mai avuto paura prima, ma ora non mi sento più sicura", mi ha detto recentemente.
Intanto uno studente ventenne sudafricano nella città di Belgorod, al confine tra Russia e Ucraina, è caduto nelle grinfie di un gruppetto neonazista: un militante di estrema destra sostiene di averlo attratto nella trappola fingendosi un omosessuale quindicenne, poi il gruppo lo ha sequestrato, angariato, costretto ad atti degradanti di sottomissione, e a dire "white power", filmando tutto e pubblicando il video sul social network russo VK. Ancora, il giornalista Alexander Suturin è stato recentemente arrestato per aver deciso di pubblicare un'intervista ad un ex professore gay, licenziato a settembre dall'istituto nel quale insegnava.
Per questo, all'inizio dell'agosto scorso Associazione Radicale Certi Diritti, AGEDO, Arcigay, Famiglie Arcobaleno, Equality Italia, Arcilesbica e Rete Genitori Rainbow hanno lanciato la campagna SOS Russia a sostegno delle associazioni che combattono per i diritti umani delle persone LGBTI, ma non solo, nel grande Paese eurasiatico. Obiettivo della corsa di solidarietà italiana è quindi quello di sostenere la copertura delle spese legali per le vittime di violenza o discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere e di aiutare le associazioni russe multate ai sensi della legge sugli agenti stranieri a pagare le spese legali per sfidare la legge nei fori statali, federali e internazionali.
134 donatori (tra i quali figurano oltre a singole persone della società civile anche associazioni italiane per la tutela e la promozione dei diritti umani delle persone LGBTI in Italia) hanno contribuito a raggiungere la somma di 5.328€. Il ricavato è equamente distribuito tra due organizzazioni: Coming Out San Pietroburgo e Russian LGBT Network, che si sono entrambe impegnate a usare le somme raggiunte per sostenere le vittime di violenze e discriminazioni, anche sotto il profilo legale.
A questo proposito si registra una recente vittoria del movimento LGBTI russo: "l'attivista ortodosso" Gleb Lihotkin, che 18 mesi fa aveva sparato su una manifestazione in sostegno dei diritti delle persone LGBTI è stato condannato a due anni di carcere con la condizionale e a risarcire i danni morali dei feriti. Nella sentenza la corte fa riferimento alla necessità di bandire le discriminazioni ai danni di gruppi sociali particolari, fanno notare gli attivisti di Coming Out.
Speriamo che il prossimo passo sia il riconoscimento dei crimini d'odio commessi ai danni delle persone LGBTI.
Tutto ciò non sarà minimamente preso in considerazione dall'incontro bilaterale Italia-Russia che si terrà a Trieste il prossimo 26 novembre. Per questo l'Associazione Radicale Certi Diritti, insieme al Circolo Arcobaleno Arcigay - Trieste e a Famiglie Arcobaleno e in collaborazione anche con il Comitato per le Pari Opportunità dell'Università degli Studi di Trieste, ha organizzato un seminario sui diritti umani nella Russia di Putin.
L'intento è quello di dare ai diritti umani uno spazio, almeno a margine del bilaterale, e di formulare domande precise a Putin alle quali non possa rispondere con domande evasive come spesso fa quando gli si pone la situazione generica dei diritti umani. Con l'aiuto di Amnesty International, ILGA-Europe, Article 19, di Paolo Atzori, funzionario al Parlamento Europeo presso i non iscritti, di Yulia Matsiy, di VARCO - REFO, di Anastasia Smirnova del LGBT Russian Network, della prof.ssa Teresa Tonchia, docente di diritti umani e filosofia politica presso l'Università di Trieste, Gian Piero Piretto, docente di Cultura Russa presso l'Università degli Studi di Milano, e di Antonio Stango del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, si cercherà di rispondere anche a una serie di domande quali: come aiutare i cittadini e le cittadine russe nelle loro richieste di difesa e promozione dei propri diritti umani? Quale è il ruolo delle organizzazioni internazionali? Che tipo di influenza possono avere le Convenizoni e i trattati internazionali? Quali tipo di interlocuzione deve essere attivata, o si deve tentare di attivare, con il sistema politico e istituzionale russo?
All'iniziativa ha manifestato adesione anche il Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, senatore Luigi Manconi, che nel corso della conferenza stampa del 20 novembre ha detto: "la questione dell'orientamento sessuale rappresenta uno dei fondamenti essenziali dell'identità umana" e "parlare di nettamente sessuale è parlare di diritti umani".
Yuri Guaiana
Huffington Post
21 11 2013
Alessandro, socio di Famiglie Arcobaleno e aspirante padre, scrive questa lettera alla presidente del Centro Italiano Aiuto all'Infanzia Crestani per un invito al confronto. Ringrazio Alessandro per la sua mail che condivido e faccio mia.
Cara Presidente Crestani,
ho incontrato Luigi (per tutti, Gigi) circa 12 anni fa, a una cena fra amici. Ci siamo sposati il 10 maggio 2012, dopo una lunga convivenza. Mi è piaciuta la sua tenerezza. E mi piace ancora. È forse per questo che è un punto di riferimento per i nostri vicini. E per i loro bambini. Gigi è diventato subito "zio" per il bambino della casa accanto, che purtroppo non ha più il papà (ma ha una mamma fortissima e nonni bravissimi). Nella casa di fronte vivono madre, padre e tre meravigliosi bambini. Profondamente cristiani, i genitori sostengono materialmente alcune famiglie della zona in difficoltà.
C'è un codice di fiducia: se capita che debbano assentarsi, lasciano i bambini da noi. Abbiamo un giardino sicuro, e Gigi guida la curiosità dei bambini sulle piante dell'orto o sui nidi delle tortore. C'è un sentimento paterno che non ha bisogno della presenza o dell'appartenenza biologica, ma che riposa sulla fiducia. Questo sentimento ci spinge oggi, nella Giornata Mondiale per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, a parlare di noi, per una volta. Da più di dieci anni Gigi ed io sosteniamo a distanza lo sviluppo personale e professionale di alcune bambine indiane attraverso il Centro Italiano Aiuto all'Infanzia (CIAI).
Anche questi sono cicli di paternità: c'è la foto di questa bambina piccola, e sai già che in pochi anni diventerà una giovane donna indipendente e una cittadina consapevole dei propri diritti. Siamo fieri di sostenere il CIAI, un'istituzione laica molto seria che negli anni ci ha affidato più di una bambina da sostenere a distanza. Ne siamo orgogliosi: ma perché il CIAI non è orgoglioso di noi? Perché siamo una coppia di uomini?
Nel numero 3 del 2012 di Albero Verde, la rivista del CIAI, a pagina 4, Lei allora dichiarava a Nichi Vendola di essere favorevole all'adozione internazionale per coppie omogenitoriali, ma solo a titolo personale. Non come CIAI, perché aveva paura di "non agire nel migliore interesse di quel bambino che diventerebbe suo figlio. Perché, a differenza di quello che sostiene lei, non sono convinta che la società italiana sia ancora pronta a considerare una coppia omosessuale come una coppia qualunque".
Vorremmo cordialmente dissentire. La giurisprudenza italiana ha ormai aperto all'affido di minori a coppie omogenitoriali, con i felici esiti di Parma e Genova. Con le parole del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, Vincenzo Spadafora, "è giunto il momento che nel nostro Paese si apra un dibattito in tema di diritti civili, e quindi anche un confronto sulle adozioni alle coppie omosessuali. C'è chi dice che la famiglia tradizionale è indispensabile per la crescita del bambino, chi avanza altre soluzioni. Per ora la legge non consente l'adozione da parte di coppie omosessuali, ma sarebbe un fatto civile iniziare a porre questo dibattito".
Cara Presidente Crestani, faccia un passo avanti istituzionale. Si apra al dibattito, ci conosca, incontri le Famiglie Arcobaleno, l'associazione di genitori e aspiranti genitori omosessuali cui apparteniamo Gigi ed io. Sosteniamo insieme il diritto di tutti i bambini ad una famiglia serena, e basta.
Con grande stima,
Alessandro De Piccoli Tavano
Giuseppina La Delfa
Huffington Post
15 11 2013
Il trasferimento dei 30 attivisti di Greenpeace da Murmansk a San Pietroburgo lascia pensare che, presto, tutto l'equipaggio dell'Arctic Sunrise verrà scarcerato. È quanto ha detto il capo del Consiglio per i diritti umani della presidenza russa, Mikhail Fedotov, come riporta l'agenzia Interfax. "Credo che presto il loro destino verrà deciso in modo positivo", ha detto oggi alla stampa. Gli Arctic 30, tra cui l'italiano Cristian D'Alessandro, sono arrivati a San Pietroburgo in treno, lo scorso 12 novembre.
Sono stati divisi in tre diversi carceri della città. Qui hanno ricevuto la visita del commissario per i diritti umani di San Pietroburgo, Alesksandr Shilov.
"Sono separati, in celle da 2-4 persone, con cittadini russi e di altre nazionalità, detenuti per diversi motivi", ha riferito lo stesso Shilov, il quale ha aggiunto poi che alcuni degli ambientalisti "hanno già avuto incontri con gli avvocati o con i rispettivi consoli".
"Penso che il trasferimento a Pietroburgo indichi la preparazione a un cambiamento della misura detentiva", ha detto Fedotov, parlando di una decisione che a questo punto dovrà essere "diplomatica e politica", ma non certo giuridica.
Il funzionario ha poi ricordato che la competenza, in questo senso, è del Comitato investigativo russo, al quale il Consiglio per i diritti umani ha già lanciato un appello per la liberazione dei 30 ambientalisti, di 18 diverse nazionalità.
Gli Arctic 30 - tra cui vi sono due giornalisti freelance, che erano a lavoro sulla rompighiaccio di Greenpeace - sono stati arrestati il 19 settembre scorso, dopo aver tentato di scalare una piattaforma petrolifera di Gazprom, come protesta contro le trivellazioni nell'Artico. Inizialmente accusati di pirateria, sembra ora che l'unica accusa di cui dovranno rispondere sia quella di teppismo. Se giudicati colpevoli, rischiano 7 anni di detenzione.
Huffington Post
15 11 2013
Sullo scontrino: "Niente mancia, non concordo con il tuo stile di vita".
Lascia i Marines, si mette a fare la cameriera e un bel giorno le viene rifiutata la mancia. La ragione? Il suo orientamento sessuale. Sulla fattura trova anche un messaggio della famiglia che ha deciso di non pagarla: "Scusa ma non siamo d'accordo con il tuo stile di vita". E' quello che è successo ad una ragazza gay nel New Jersey.
Quando Dayna Morales si è presentata alla famiglia, all'Asian Bistro, la moglie ha esordito "Ah! Pensavo che ci avresti detto che il tuo nome è Dan. Che sorpresa!". Alla fine del pasto, mamma, papà e i due figli hanno lasciato il ristorante senza aggiungere niente ai 93.55 dollari di conto. La Morales, allora, ha deciso di raccontare la storia sul blog "Have a Gay Day" dove ha anche pubblicato una foto della ricevuta con su scritto: "Mi spiace ma non posso lasciarti la mancia perché non concordo con il tuo stile di vita e con come decidi di vivere".
La reazione della ragazza, espressa in un'email mandata al blog, è stata questa:
Sono profondamente offesa, arrabbiata e ferita che QUESTO è il modo in cui crescerà i suoi figli e che ho servito nei Marines per vedere persone così ignoranti andare liberamente in giro. Mi dispiace ma sono IO che non sono d'accordo con il tuo stile di vita e con la maniera in cui cresci i tuoi figli eppure io non te lo vengo a sbattere in faccia né ti do un servizio peggiore al ristorante. Tieni quella boccaccia chiusa e prega che non ci incontriamo più.
Storie del genere succedono di frequente. Lo scorso mese, un cameriere gay di un bistro italiano, nel Kansas, ha ricevuto sul retro della ricevuta un violento messaggio omofobico. Mentre all'inizio dell'anno una coppia lesbica ha ricevuto, dal proprietario di un ristorante, un messaggio omofobico che le invitava a chiedere perdono a Dio.
Huffington Post
14 11 2013
Gli Arctic 30 sono stati trasferiti a San Pietroburgo dove si trovano in cinque diversi centri di detenzione preventiva.
Cristian D'Alessandro, ad esempio, è stato trasferito nel centro di detenzione SIZO 1.
Non sappiamo quanto tempo ancora durerà la loro detenzione, speriamo che siano scarcerati il prima possibile perché sono innocenti e che con questo trasferimento migliorino le condizioni di detenzione e la possibilità per familiari e diplomatici di far loro visita.
Le lettere che ci scrivono alcuni dei ragazzi dal carcere sono tutte toccanti ed uniche. Questa per esempio è quella dello svizzero Marco Weber:
Cari, da solo in cella, (dopo l'udienza, n.d.r.) ho sentito subito nettamente l'ingiustizia subita ed ero così furioso che il mio corpo non riusciva più a sopportarlo e tremavo dalla rabbia.
Volevo uscire da lì, scappare da qualche parte. Ma ero in cella e potevo solo aspettare. Poi è arrivato il vuoto e mi si è posta la domanda di cosa dovrei fare. Ho descritto onestamente in aula la detenzione, fatto presente i miei diritti facendo riferimento ai diritti umani e chiesto al pubblico ministero di provare le sue false accuse, ma non rispondeva nulla. Il diritto e la verità erano così ovviamente dalla mia parte che potevo toccarle.
Eppure ho sentito il giudice dare regione al PM. In una situazione così disperata ho ricevuto il secondo diniego alla mia richiesta di telefonare alla mia famiglia, a causa di un errore formale che non mi è stato neanche spiegato.
Non ci sono parole per descrivere quello che ho provato. Ad ogni modo ho percepito un calore dentro di me che si espandeva gradualmente. Ho iniziato a sentire una forza interiore, il mio spirito battagliero che tornava e i mie occhi si riempivano così di lacrime di gioia e felicità.
Sapere che abbiamo questa forza interiore ci aiuta a risollevarci, a sopportare l'ingiustizia e ci dà il coraggio di affrontare questa esperienza dolorosa.
Voglio condividere con voi questa esperienza per darvi il coraggio di fare cose che all'inizio vi sembrano troppo difficili o addirittura impossibili. Se seguite il vostro cuore vedrete che riuscirete a superare molte barriere. Marco