di
Lea Melandri, Alfabeta29 giugno 2012

Che la
cura, sotto l’aspetto di
accudimento materno e di lavoro domestico, fosse una specie di Giano Bifronte, posta al centro di un
ambiguo, invisibile
annodamento di servitù e onnipotenza, debolezza e
forza, amore e dominio,
corpo e legge, era già chiaro dalla definizione contenuta nell’
Emilio di Rousseau. Ma bisogna aspettare qualche secolo prima che ne venga data, da una
coscienza femminile anticipatrice come
Virginia Woolf, una versione più veritiera: