Giornalettismo
24 09 2015
Migranti, dopo una lunga trattativa caratterizzata da frizioni anche pesanti l’Unione europea ha approvato il piano di ricollocazione di 120 mila profughi arrivati in Grecia, Italia e Ungheria. Ecco come funzionerà questa misura, approvata dal Consiglio Giustizia e Affari interni e sigillata dal Consiglio europeo straordinario di mercoledì 23 settembre 2015.
COME FUNZIONA LA RICOLLOCAZIONE DEI MIGRANTI
Il Consiglio Giustizia e Affari interni dell’Unione europea ha approvato, dopo il sì del Parlamento, il piano della Commissione per ricollocare 120 mila migranti. Si tratta degli stranieri arrivati negli hot spot, i punti ai confini dell’UE dove è maggiore la pressione migratoria: Italia, Grecia e Ungheria. Il piano segue una precedente decisione dell’UE, approvata in estate, che aveva previsto la ricollocazione di circa 40 mila migranti presenti in Italia e Grecia. Sommando i due piani, il governo di Atene invierà 64 mila migranti in 23 Paesi UE, mentre il nostro Paese ne ricollocherà poco più di 40 mila. Le quote previste sono volontarie, e non obbligatorie, e prevedono alcune clausole per permettere agli esecutivi nazionali di ricevere meno migranti rispetto all’accordo. L’Ungheria ha deciso di esser esclusa da questo piano, e di conseguenza il numero dei migranti che avrebbero dovuto essere ricollocati da questo Paese, 54 mila, sarà conteggiato come contingente di riserva. La ricollocazione dei migranti sarà sviluppata nei prossimi due anni, e obbligherà Grecia e Italia a registrare tutti gli arrivi, e a dare loro assistenza prima dell’invio in un altro Paese UE.
CHI ACCOGLIE I MIGRANTI NELL’UE
La ricollocazione dei migranti riguarderà principalmente richiedenti asilo con buone chance di concessione dello status di rifugiato. Di conseguenza, la maggior parte di loro saranno i siriani così come gli iracheni scappati dalle guerre e dalle persecuzioni religiose dell’ISIS. Attenzione particolare anche ai migranti dell’Eritrea, Paese squassato da un lungo conflitto interno. I migranti saranno ricollocati su 23 Stati: tolte Grecia e Italia, rimangono fuori dal piano della Commissione anche Regno Unito, Irlanda e Danimarca. La maggior parte dei migranti andrà in Germania e Francia, che ne accoglieranno 55 mila, quasi il 50% del totale. Segue la Spagna con quasi 15 mila, mentre a Malta, Lussemburgo, Cipro, Slovenia così come nei tre Paesi baltici saranno ricollocati meno di mille stranieri a testa. Il piano non prevede un meccanismo di redistribuzione dei futuri richiedenti asilo, ma è stato concepito solo per fronteggiare l’emergenza. Il Consiglio europeo straordinario ha stanziato 1 miliardo di euro per aiutare i campi profughi ai confini con la Siria, al fine di fermare la pressione migratoria. Se ciò non avverrà, l’UE dovrà trovare una nuova soluzione alla crisi dei migranti, vista la provvisorietà delle decisioni finora prese. Il sistema di Dublino è stato solo parzialmente intaccato, visto che il meccanismo delle quote di ricollocazione è volontario e temporaneo, e non definitivo e deciso dalla Commissione come proposto inizialmente.
MicroMega
24 09 2015
intervista a Maurizio De Giovanni di Valeria Pacelli
“Esprimo la mia totale e assoluta contrarietà al reato di opinione che viene contestato come in uno dei peggiori regimi”. Maurizio De Giovanni, classe ’58, napoletano, autore di romanzi gialli, è tra gli scrittori che nei mesi scorsi hanno aderito alla campagna #iostoco nerri e alla raccolta di firme per sostenere il collega, che aveva appena saputo di essere a processo per istigazione a delinquere. De Giovanni non ha dubbi: “Sostengo assolutamente De Luca e non trovo in nessuna parte delle dichiarazioni fatte da lui un’istigazione a delinquere”.
Che cosa rappresenta per lei questa accusa?
Credo che tutto ciò sia solo sintomo della decadenza socio-culturale che si ha sempre quando la forma predomina sulla sostanza.
Da un punto di vista giuridico non entro nel merito della questione, ma trovo che quello che ha detto De Luca sia riferito a una sua precisa opinione, condivisibile o meno.
Io abito lontano da quei luoghi, è una realtà che non conosco bene, ma ciò di cui stiamo parlando è l’opinione di uno scrittore che non deve essere mai interpretata come quella di un capo di un gruppo, di un leader insomma.
Alcuni giuristi spiegano che il problema riguarda le conseguenze su chi percepisce quelle parole.
Il problema è nella definizione di opinione, che secondo me non può essere mai reato. O almeno, non lo è in un Paese civile.
Come finirà secondo lei quindi questo processo?
Sono sicuro che la cosa si risolverà in una bolla di sapone.
Poi bisognerà capire chi si prenderà carico di tutto questo, anche dei soldi pubblici spesi per mandare avanti un processo così.
E se ci fosse invece una condanna? Quali sarebbero le conseguenze?
Sarebbe una bomba a orologeria che pende sulle teste di chiunque abbia voglia di esprimere una valutazione sociale. Mi auguro che nella trafila giudiziaria ci sia “un giudice a Berlino”, qualcuno che possa applicare una vittoria del senso comune e della giustizia, contro un’applicazione ottusa e formale della norma. Se così non fosse tutta la cultura italiana deve prendere una posizione netta: non si può impedire la libera espressione di un’opinione.