di Maria Pia Pizzolante
25 ottobre 2011
Un sorriso sereno, di quelli che schiacciano gli occhi fino a farli diventare fessure, di quelli che ti accolgono e ti spiazzano perchè immagineresti in conflitto con l’autorevolezza di una leader sociale indigena. Già questa è una differenza importante. Mercedes Ozuna è una signora di mezza età, piccola e dolce, lontana dall’immaginario di leader che purtroppo abbiamo ancora in testa. Una storica zapatista dell’EZLN, una che vive a contatto con le situazioni più difficili delle frontiere, tra i promotori del percorso dell’ANAA-Assemblea nazionale vittime ambientali, ora impegnata nel neonato cammino del TPP-Tribunale Permanente dei Popoli, in una sera piovosa d’ottobre incontra le donne impegnate in movimenti nostrani all’interno della Casa Internazionale di via della Lungara.