Paese Sera04 07 2013
Si è astenuto solo Cangemi. Polemica per le frasi sessiste durante l'intervento della consigliera Marta Bonafoni. A riferirle ai colleghi e ai giornalisti Daniela Bianchi del Gruppo per il Lazio
Approvata a maggioranza, per alzata di mano, la mozione proposta dai consiglieri Bonafoni, Avenali, Bianchi, Giancola, Petrangolini, Lena, Patanè e Favara, che impegna il presidente della Regione e la Giunta ad una serie di "misure urgenti per il contrasto della violenza di genere sulle donne - femminicidio". Solo un consigliere si è astenuto: Giuseppe Emanuele Cangemi. Si è dichiarata "contenta e soddisfatta" la proponente Bonafoni "perchè è stato un dibattito molto nutrito, lungo e pieno di interventi e di spunti; si vede che abbiamo sollevato un tema che finalmente uomini e donne, consigliere e consiglieri hanno fatto proprio".
IL COMMENTO - Il testo è stato firmato dai tre presidenti delle commissioni competenti politiche sociali, sanità, cultura e da ultimo la sicurezza "perchè la repressione noi dobbiamo combatterla", ha affermato Bonafoni, e l'unico modo per farlo è "la prevenzione, l'unico elemento su cui possiamo schierarci da subito". Questa mozione "intendeva essere un atto celere, all'inizio dei lavori della nuova legislatura - ha spiegato ancora - con il quale il Consiglio chiede l'impegno della giunta rispetto a un tema che, come si evince dal dibattito di oggi, non è un tema risolto". In particolare, con essa si chiede il rifinanziamento dei centri antiviolenza, "che nella Regione ci sono, ma sono ancora troppo pochi", l'istituzione di un osservatorio regionale sulla sicurezza contro la violenza di genere e "la convocazione di un tavolo immediato che metta insieme tutte associazioni e movimenti delle donne", ha aggiunto Bonafoni.
L’assessore alle Pari Opportunità, Concettina Ciminiello, presente in aula, ha quindi preannunciato l’adesione agli impegni contenuti nell’atto di indirizzo approvato. Interpellata dai giornalisti sull'astensione di Cangemi, Bonafoni ha risposto: "Rispetto all'assenza della delega alla sicurezza all'interno della Giunta, io sostengo che, per le donne, il tema è più complicato e più complesso e non basta la delega alla sicurezza. La polemica di Cangemi, che invece ha detto di essere d'accordo con il contenuto della mozione, era un tema di scontro con il presidente Zingaretti nel quale io non entro".
LA POLEMICA - Mentre in aula era in corso la discussione di una mozione sul femminicidio, “qualcuno nei corridoi commentava l’intervento della consigliera proponente, Marta Bonafoni, con un linguaggio molto sessista e con una frase che ho ripetuto anche in aula: ‘Le donne non vanno uccise, le donne vanno scopate’”. E’ quanto ha riferito la consigliera regionale Daniela Bianchi, gruppo Per il Lazio, a margine della discussione in Consiglio, dopo aver raccontato l'episodio anche in Aula, durante il suo intervento.
La consigliera ha poi sottolineato che “c’è una questione aperta sulla visione sessista della nostra società”. A chi le ha chiesto informazioni su chi avesse detto quella frase e se si trattasse di un consigliere regionale, Daniela Bianchi ha replicato: “Assolutamente non rispondo in tal senso”, perché ciò che importa davvero “non è tanto la qualifica del ruolo di chi abbia detto questo, quanto il fatto di averla ascoltata in un corridoio come il nostro, dal momento che c’era un dibattito in aula proprio su una mozione che parlava di femminicidio”. Anche Marta Bonafoni, che ha proposto la mozione, ha commentato l'episodio: "Non dobbiamo essere sorpresi, quella battuta potrebbe essere l'ultima riga della mia mozione - ha detto, interpellata dai giornalisti - E' una denuncia ulteriore di quale sia lo stato dell'arte e culturale anche nei luoghi delle istituzioni che sono lo specchio del Paese e viceversa. Io la metterei in calce come quattordicesima firma della mozione che ci dice che il tema è anche qui dentro e quindi, a maggior ragione, dobbiamo affrontarlo", ha concluso Bonafoni.